Ghiacciaio Perito Moreno, Argentina
Perito Moreno, il respiro del ghiaccio
“La Patagonia è un racconto infinito, dove la natura parla con voci di vento e ghiaccio.” Bruce Chatwin
Il ghiacciaio Perito Moreno è una delle poche meraviglie della natura che sembra possedere una propria anima: osservandolo per ore dalle passerelle di fronte, nel cuore del Parco Nazionale Los Glaciares, si ha l’impressione di assistere al respiro millenario della Terra. Una creatura fatta di ghiaccio e di tempo che si muove impercettibilmente, ma inesorabilmente, in un equilibrio fragile e perfetto. Un ecosistema in movimento, che cambia ogni giorno pur rimanendo sempre se stesso.
Situato nella Patagonia argentina, a circa 80 chilometri dalla cittadina di El Calafate, il Perito Moreno è uno dei ghiacciai più accessibili al mondo, ma anche uno dei più affascinanti. A differenza della maggior parte dei ghiacciai del pianeta, questo colosso di ghiaccio fino a qualche anno fa non era in ritirata: avanzava poco a poco, generando un fenomeno spettacolare e rarissimo, quello del distacco degli iceberg che precipitano nelle acque turchesi del Lago Argentino con un fragore che riecheggia tra le montagne. Purtroppo sembra che negl’ultimi 3 o 4 anni sia stato notato un arretramento del ghiacciaio di circa 500 metri.
Patagonia visionaria
Ci si può avvicinare al Perito Moreno in vari modi: con una breve crociera tra i blocchi di ghiaccio galleggianti, con un trekking sul ghiacciaio stesso — calzando ramponi su un labirinto di crepacci, pozze azzurre e pinnacoli bianchi — o semplicemente passeggiando lungo le passerelle panoramiche che offrono scorci mozzafiato. Il silenzio, interrotto solo dal boato dei crolli, rende l’esperienza mistica.
Una poesia di ghiaccio e luce
Il Perito Moreno è più di una meta: è una visione. È la dimostrazione che anche il freddo può essere emozione, che il bianco può avere infinite sfumature, che il Sud del mondo ha qualcosa da dire anche a chi cerca il silenzio. Ed è proprio qui, tra i ghiacci eterni e le acque glaciali, che si coglie il senso profondo del viaggio: sentirsi piccoli, ma infinitamente vivi.
Le meraviglie della Patagonia
El Calafate, la porte d’ingresso al regno dei ghiacciai, incanta per le piazzette colorate e i piccoli caffè di legno. Poco distante, il Lago Viedma riflette le cime innevate del Fitz Roy e del Cerro Torre, le cui guglie sfidano il vento patagonico. Nel Parco Nazionale, i sentieri lungo la Selva Valdiviana raccontano la storia millenaria di una flora e fauna uniche: nandù, guanaco e condor dell’Ande che volteggiano fieri sopra boschi di ñire e lengas, mentre i Tronchi Fossili di Jaramillo parlano di un tempo ancestrale che fu abitato dai dinosauri. Ogni angolo è un invito a perdersi in paesaggi che sembrano dei dipinti.
L’uomo e il ghiaccio
Tra passerelle sospese sul lago e belvederi panoramici, l’esperienza più intensa è il «Minitrekking» sul ghiacciaio: ramponi ai piedi e casco in testa, si cammina su grotte e crepacci, ascoltando il crepitio sotto i talloni. In barca è possibile avvicinarsi fino a pochi metri dalla gigantesca parete di ghiaccio: lo sguardo si riempie di fratture e di ombre azzurre, mentre scorrono frammenti di iceberg sospinti dalle correnti. Gli studi sulle variazioni climatiche vengono condotti nel vicino Centro de Interpretación, dove scienziati argentini e internazionali monitorano i cambiamenti dei ghiacciai della regione.